Paolo Conte by Ernesto Capasso;

Paolo Conte by Ernesto Capasso;

autore:Ernesto Capasso; [Capasso, Ernesto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Musica
ISBN: 9788862317061
editore: eDigita srl.
pubblicato: 2014-10-22T22:00:00+00:00


Il treno va

(900, 1992)

Io sono qua, rimango qua

in questa ruggine densa

come qualcuno che pensa a un treno

“Ah felicità, / su quale treno della notte viaggerai / lo so, che passerai / ma come sempre in fretta non ti fermi mai”, cantava, alla fine degli anni Ottanta, Lucio Dalla, guardando al sentimento di gioia come al fischio di un treno che passa, per un momento, senza fermarsi. Il treno è da sempre una fonte d’ispirazione per i musicisti, si pensi a I treni di Tozeuer di Franco Battiato, dimensione esistenziale di un mondo poco incline alla velocità: “E per un istante ritorna la voglia di vivere / a un’altra velocità / passano ancora lenti i treni per Tozeur”. O a I treni a vapore di Ivano Fossati, portati al successo da Fiorella Mannoia, binario esistenziale di amori trascorsi e di ripartenze: “E se l’amore che avevo non sa più il nome / E se l’amore che avevo non sa più il nome / come i treni a vapore come i treni a vapore / di stazione in stazione / e di porta in porta / e di pioggia in pioggia / e di dolore in dolore / il dolore passerà”. Nell’album 900, con in copertina un suo disegno che ritrae un pianista di jazz, Paolo Conte firma una delle sue melodie più evocative: Il treno va. Riprendendo il filone canoro dei vagoni in movimento, il compositore descrive il viaggio sui binari come il volto di una bella donna forse perduta che vive nella memoria: “Dir che ti penso / è un controsenso / perché sei sempre qui, sì / tra le mie dita / come la vita / che in un sorriso vivi”. Suoni fiabeschi aprono il brano, echi di un sentiero dell’essere più che di un binario ferroviario. La musica disegna con le sue geometrie di note il percorso lungo le autostrade del ricordo. Il vibrafono e il clarino, la voce di Paolo Conte contribuiscono a rendere l’atmosfera surreale, assecondando le note di un valzer metafisico che grazie all’intervento dei fiati riconduce il passeggero diritto alla destinazione del proprio essere.

Ripresa dal vivo, nel Cd TOURNÉE 2, in una veste leggermente più lenta, ma molto simile all’originale, Il treno va è forse insieme a Parigi, Gioco d’azzardo e Sonno elefante una delle canzoni in cui le atmosfere oniriche e surreali del cantautore astigiano si calano al meglio. Il paesaggio cantato dall’artista anche in questo caso sembra essere più interiore che esteriore, il treno forse è un pretesto per parlare delle proprie inquietudini. Nel brano non manca un riferimento alla “ruggine densa”, compagna assidua dell’ispirazione contiana e della campagna astigiana. Tutto si confonde nella nebbia del primo mattino quando il paesaggio è poco incline a manifestarsi nella sua esteriore e multiforme bellezza. Il movimento del treno e l’apparente staticità del pensiero, un ossimoro che sembra aleggiare con il suo carico di meraviglie all’interno della melodia e della vita dell’io narrante. Una contrapposizione forse soltanto apparente, perché si può viaggiare con la fantasia molto più che con il corpo.



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